I grafici di analisi tecnica sono strumenti imprescindibili per interpretare e anticipare il mercato, arrivando così a elaborare previsioni efficaci per le strategie di investimento.
La loro conoscenza e il loro uso va di pari passo con l’applicazione degli indicatori tecnici, usati proprio per leggere i dati che emergono dal grafico stesso.
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Strumento: | 📊 Grafici di analisi tecnica |
❓ A cosa servono: | Studiare evoluzione dei prezzi e definire strategie |
👥 Chi può studiarli: | Tutti |
✅ Tipologie: | Lineari / A barre / Candele giapponesi / Punto e figura |
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Indice
Grafici analisi tecnica: come costruirli
Cominciamo dall’ABC. Come risulterà essere ben comprensibile anche da coloro che non hanno profondissima esperienza in materia, per costruire un grafico bisogna avere a disposizione una serie storica di prezzi (e come vedremo, a seconda del grafico, anche dei volumi di compravendita) dei titoli che si intendono “esaminare” (nei nostri esempi su Borsa Mercato, le azioni).
Ma quali prezzi? E per quanto tempo?
Le ascisse: il tempo
L’asse delle ascisse è l’asse in cui viene misurato lo scorrere del tempo. In linea generale, per ottenere un grafico spendibile ai nostri fini, occorre che lo scorrere del tempo manifestato nel grafico sia il più lungo possibile.
Per quanto concerne le singole unità di tempo, molto dipenderà dalla tipologia di esame che desideriamo affrontare, con la consapevolezza che in alcuni casi “tradizionali” bisognerà assumere i dati giornalieri, e in altri casi (ad esempio, per il trading intraday) l’unità di misura sarà molto più ristretta.
Le ordinate: i prezzi
Sull’asse delle ordinate devono invece essere inseriti i prezzi. Anche in questo caso, il trader avrà un certo livello di discrezionalità e, soprattutto, dovrà integrare la propria discrezionalità alla tipologia di grafico che intende utilizzare. Potrebbe in linea di massima essere utile monitorare il prezzo di apertura e di chiusura, il prezzo minimo e massimo per l’unità di tempo.
A questo punto, prima di procedere oltre, risulta già chiaro come la costruzione di un buon grafico per l’analisi tecnica celi un ampio margine di flessibilità in capo al trader, che con le sue scelte riuscirà a influenzare in maniera notevole l’aspetto del grafico e la sua fruibilità.
Grafici analisi tecnica: che scala usare?
Una volta che il trader avrà risolto i dilemmi delle righe che precedono, potrà occuparsi di un altro grande problema: che scala usare?
La scala più semplice, con la quale i trader neofiti che si avvicinano all’analisi tecnica per vie didattiche riusciranno a prendere la dovuta conoscenza, è legata alla scala aritmetica.
Si tratta di una scala basilare, che attribuisce la stessa distanza a uguali variazioni dei prezzi. Dunque, se le quotazioni di un’azione passano da 50 a 100 euro e, dopo qualche mese e al culmine di un trend crescente, da 500 a 550 euro, l’ampiezza dei due incrementi avrà la stessa portata nel grafico, anche sarà relativamente molto diversa, considerato che il primo incremento è misurabile nel 100%, il secondo solo del 10%.
Il problema legato a questa scala aritmetica è legato all’analisi di un’attività finanziaria che nel corso del tempo presenta escursioni molto ampie. Come risolverlo?
Una soluzione può essere rappresentata dalla scala logaritmica. Come dovrebbe già essere intuibile sulla base di quanto sopra abbiamo riportato, la scala logaritmica è in grado di attribuire la stessa distanza a uguali variazioni percentuali, e non assolute.
In questo caso, l’aumento da 500 a 550 corrisponde ad un aumento del 10%, ovvero a quello che nel grafico con scala logaritmica avrebbe un aumento da 50 a 55, o non da 50 a 100 come abbiamo visto con la scala aritmetica.
Tipi di grafici analisi tecnica
Giungiamo ora a un altro passo di approfondimento nel nostro focus dedicato all’analisi tecnica e all’utilizzo dei grafici. Ovvero, quali sono i grafici che possiamo usare per i nostri scopi?
Grafico lineare
Il primo tipo di grafico che vogliamo analizzare è il grafico lineare, costruito molto semplicemente attraverso una linea continua che unisce i prezzi di chiusura delle singole sessioni (generalmente, come abbiamo già avuto modo di ricordare, coincidenti con le singole giornate).
Ma perché si utilizza proprio il prezzo di chiusura? In verità, non esiste una regola predeterminata che suggerisca di usare il prezzo di chiusura piuttosto che il prezzo di apertura o quello minimo o quello massimo.
Tuttavia, il prezzo di chiusura è frequentemente favorito rispetto agli altri poiché viene ritenuto più significativo, considerato che rappresenta – appunto – il prezzo finale, quello su cui il mercato converge dopo aver lottato, nelle sue forze, durante l’intero arco della sessione.
È comunque evidente che un simile grafico, per quanto sia molto semplice da realizzare, contenga in se un grandissimo svantaggio informativo: concentrando tutta la propria portata su un unico indicatore (la chiusura), si perdono alcune altre informazioni almeno altrettanto importanti come l’ampiezza giornaliera delle quotazioni (che a sua volta fornisce importanti indicazioni sulla volatilità) e la direzionalità della giornata (cioè il livello di chiusura rispetto all’apertura).
Pertanto, alla fine questo tipo di grafico è utilizzato esclusivamente da chi vuole dare un particolare rilievo al solo prezzo di chiusura, oppure quando si dispone di un valore unico, come ad esempio accade per i fondi comuni di investimento.
Grafico a barre
Per superare i limiti derivanti dalla presenza del grafico lineare, si può optare per un bel grafico a barre, che tiene in considerazione i prezzi dell’intera seduta. Realizzarlo è piuttosto semplice, visto e considerato che si può ottenere mediante la realizzazione di una barra verticale che rappresenterà l’escursione tra il minimo e il massimo della giornata, evidenziando con un segmento orizzontale sulla sinistra il prezzo di apertura e con uno sulla destra il prezzo sulla chiusura.
Rispetto al grafico lineare e ai suoi limiti, dunque, il grafico a barre riesce a garantire al trader un surplus informativo, poiché permette di analizzare l’escursione della giornata (e dunque, come abbiamo avuto modo di vedere, la volatilità), e la direzionalità.
Peraltro i grafici a barre possono essere utilizzati anche per periodi più lunghi della giornata, oppure per periodi molto più brevi: la singola barra potrà pertanto prestarsi molto bene non solamente per tracciare quel che accade all’interno della giornata, bensì anche quel che accade in un’ora, cinque minuti, una settimana o quel che il trader riterrà più opportuno, sulla base delle proprie finalità.
Il funzionamento sarà il solito: nell’ipotesi in cui il trader vorrà cercare di monitorare quel che accade nell’intraday, non dovrà far altro che scomporre la giornata in tante singole sotto-sessioni della durata che preferisce, e ripetere la costruzione della barra per ognuna delle sotto-sessioni, in maniera tale da dare la giusta proporzionalità al grafico.
In altri termini, per ognuno dei sotto-periodi il trader dovrà individuare il prezzo di apertura, il prezzo minimo, il prezzo massimo e quello di chiusura.
Con le caratteristiche di cui sopra, non possiamo che definire estremamente valido il grafico a barre ma, comunque, con qualche limite che vi consigliamo di considerare e di assumere in considerazione. In linea di massima, infatti, il grafico a barre risultare essere ben fruibile solamente nelle ipotesi di presenza di banche dati storiche riportano tutti i prezzi della giornata, e non solamente quello di chiusura.
Dunque, non sarà indicato per poter monitorare cosa sta accadendo nelle quotazioni dei fondi comuni, per i quali sarà ben sufficiente un grafico lineare, come quello che abbiamo visto nel paragrafo precedente.
Grafico a candele
Eccoci giunti a uno dei grafici più apprezzati dai trader: quelli a candele. Le sue origini, come forse molti di voi investitori sapranno, sono davvero molto antiche: pare infatti che un simile grafico venisse utilizzato dagli antichi commercianti giapponesi che erano soliti servirsene per poter prevedere le evoluzioni dei future del prezzo del riso… una sorta di anticamera di quella che poi sarebbe stata l’analisi tecnica, perfezionata negli anni ’30 negli Stati Uniti, e solo in tempi più recenti nel nostro Paese.
Come è strutturato il grafico a candele?
Il funzionamento è relativamente semplice e, se avete preso la giusta confidenza con il grafico a barre, non avrete certamente difficoltà a svilupparne uno.
Difatti nel grafico a candele, come in quello a barre, sono tenuti in considerazione i prezzi dell’intera giornata registrandone l’escursione tra il massimo e il minimo, con una barra verticale.
Questo grafico però si differenzia dal fatto che i prezzi di apertura e di chiusura non sono rappresentati da una barretta orizzontale, bensì sono uniti tra di loro da un rettangolo (il corpo della candela, o body), più o meno lungo sulla base dell’estensione temporale del prezzo, di colore nero o rosso se il prezzo di chiusura è inferiore al prezzo di apertura, e di colore bianco o verde se è il prezzo di apertura ad essere inferiore al prezzo di chiusura.
Pertanto, dando un primo sguardo al grafico con candele, vi renderete subito conto se nel corso della giornata il titolo è salito (candela bianca) o è sceso (candela nera).
Non solo, oltre all’informazione di cui sopra, potrete ottenere altri valori aggiunti informativi dando uno sguardo alle c.d. “ombre“: le shadows sono le estensioni (linee) sopra e sotto le candele, con la loro lunghezza rispetto al corpo che fornirà una precisa idea sul comportamento del mercato durante la sessione. Se una o entrambe le ombre sono assenti, significa che la giornata ha avuto una forte direzionalità.
In ulteriore aggiunta a quanto sopra, ricordiamo anche che esaminando due o tre candele (o di più, a seconda degli schemi) è possibile individuare delle specifiche figure grafiche, i cosiddetti pattern di analisi tecnica, che forniscono indicazioni preziose sul movimento.
Grafico punto e figura
Occupiamoci ora del grafico punto e figura, una particolare rappresentazione grafica, molto utilizzata dagli analisti (soprattutto statunitensi), che consente di individuare l’andamento del titolo eliminando la “fissità” tipica della sequenza temporale e filtrando piccoli movimenti che, sebbene non siano in grado di alterare le tendenze di fondo, ne rendono sicuramente molto più difficile l’interpretazione.
Individuata un’unità di escursione (il box), si tende a riportare sul grafico un punto o una croce, nella colonna di punti o di croci a seconda che il prezzo del titolo stia scendendo (in fase ribassista) o salendo (in fase rialzista) di quella determinata unità di escursione.
In linea di massima, quanto più grande è il box, tanto più il grafico sarà ripulito dai movimenti minori. La scelta del giusto box dipenderà principalmente dall’esperienza e dal tipo di operatività che si intenderà adottare.
Con la specificità di questo tipo di grafico, per poter dare inizio a una colonna di croci (se fino a questo momento si stavano tracciando dei punti), il titolo dovrà registrare un rialzo di almeno due o tre unità di escursione, a seconda dei parametri che il trader avrà prefissato.
Per poter investire il trend in corso, bisognerà dunque sperimentare una variazione di una entità consistente, ovvero di una reversal, che può essere pari a due o tre volte il box. Naturalmente, come sarà facilmente intuibile, anche la scelta del reversal – così come quella del giusto box – sarà soggettiva e dipenderà dall’esperienza e dall’operatività.
Leggi anche: Quando Comprare e Vendere azioni.
Analisi grafici trading: un esempio
Facciamo un esempio. Immaginiamo che il trader ami effettuare del trading intraday sull’indice FTSE MIB, il più rappresentativo indice azionario di Borsa Italiana.
Per fare del trading utilizzando il grafico a punti, il trader potrebbe scegliere di fissare il box pari a 100 punti, e il reversal pari a tre volte il box, ovvero pari a 300 punti. La scelta porta ad avere degli stop loss di 300 punti circa. Ad ogni modo, l’entità del box (e di conseguenza l’entità del reversal) non potrà essere una variabile indipendente dalla volatilità del mercato e dalla propensione al rischio da parte del trader.
Se per esempio il mercato è molto volatile, e le escursioni giornaliere medie sono almeno nell’ottica del 2-3%, e se il trader sopporta stop loss anche più ampi, il box potrebbe essere più ampio, pari a 200 punti, con conseguente reversal di 600 punti.
Da quanto sopra dovreste dunque aver ben compreso che i livelli ora proposti sono solamente e puramente degli esempi, e che ogni trader dovrà scegliere quelli maggiormente in linea con l’operatività che desidera poter realizzare. In linea di massima, è possibile affermare che al crescere del box possono essere eliminati quei piccoli elementi di disturbo che sono invece tipici in altre rappresentazioni grafiche. Il rischio è però quello di filtrare eccessivamente il mercato, andando pertanto a perdere informazioni che in altri contesti sarebbero potute essere particolarmente di rilievo.
Intuibilmente, simili pericoli possono essere corsi con il reversal. Un reversal troppo piccolo rischia infatti di generare troppi falsi segnali che finirebbero con il rendere faticoso, confusionario e poco efficiente l’investimento per il trader e la sua formulazione strategica, senza però mai individuare correttamente le inversioni di trend. Tuttavia, se è troppo grande si rischia di avere un segnale di inversione troppo tardi, quando il mercato ha già intrapreso la strada che si sarebbe dovuto abbracciare anzitempo.
Anche in questo caso, possiamo fare un rapido esempio. Ipotizziamo di voler acquistare il titolo azionario della società Alfa, e che questo titolo oggi sia quotato a 40 euro. Fissiamo dunque l’unità di escursione in 1 euro, e l’entità dell’inversione in due unità di escursione (ovvero 2 euro, 2×1 euro). Ora, immaginiamo di avere davanti a noi un titolo che si sta muovendo in una fase ribassista, per cui stiamo registrando sul grafico una colonna di punti.
Quando la quotazione dell’azione Alfa passerà da 40 a 39 euro, scendendo dunque di 1 euro, bisognerà tracciare nel grafico un altro punto. Per poter dare inizio a una colonna di croci, bisognerà attendere che l’azione Alfa salga dell’ultimo punto registrato di 2×1 euro. Bisognerà pertanto tracciare la colonna delle croci solamente se da 39 euro il titolo azionario di Alfa si porterà a 41 euro.
Leggi anche: MACD
Grafici analisi trading: le alternative
Naturalmente, i trader più esperti sanno molto bene che questi non sono certamente gli unici tipi di grafici che potete cercare di ottenere con un pizzico di impegno. L’elenco sarebbe infatti piuttosto lungo: sia sufficiente ricordare i grafici Kagi, Renko, Equivolume e tanti altri che potreste comunque cercare di alimentare con una buona piattaforma di trading.
Ricordate infatti che non è necessario essere dei veri e propri maestri nella costruzione di questi grafici, visto e considerato che la loro costruzione verrà effettuata in maniera automatica da parte del software di trading che andrete a selezionare. Sarà sufficiente ricorrere al servizio di un buon broker per poter avere a disposizione tutti i grafici che preferite e, dunque, iniziare a fare un po’ di sana analisi tecnica con comodità e con praticità, senza dover trascorrere troppo tempo dietro a file Excel e annotazioni manuali.
Quanto sopra non significa tuttavia che possiate saltare a piè pari la lettura della realizzazione e della gestione dei grafici: anzi, sapere in che modo vengono strutturati i grafici vi sarà molto utile nel momento dell’analisi.
Grafici analisi tecnica online
Per i motivi di cui sopra, vi consigliamo di non sottovalutare – quale elemento discriminante nella scelta di un broker – la possibilità di analizzare quanti e quali grafici di analisi sono disponibili all’interno della piattaforma dell’operatore al quale scegliete di affidare i vostri investimenti.
Cercate pertanto di comprendere quali sono i grafici di analisi tecnica che il broker può proporvi, e quali siano i livelli di gestione e di profondità nella personalizzazione degli strumenti di interpretazione di quel che accade sull’asset che intendete seguire con evidente maggiore attenzione.
Per aiutarti a muovere i tuoi primi passi, ecco due strumenti che potrebbero fare realmente la differenza nell’acquisizione delle competenze di cui hai bisogno.
Trading automatico per la lettura dei grafici
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Leggi anche: Media Mobile
Corso analisi tecnica
Come imparare al meglio a leggere i grafici di analisi tecnica se non con un corso dedicato?
A questo punto ti chiederai: qual è il miglior testo dedicato all’argomento? In rete puoi trovare pubblicazioni su pubblicazioni che parlano di analisi tecnica, più o meno completi e più o meno validi.
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Domande Frequenti
Forniscono una rappresentazione grafica dell’andamento dei prezzi, grazie alla quale è possibile elaborare previsioni sull’evoluzione futura.
Le ascisse riportano i dati relativi al tempo, le ordinate quelli relativi al prezzo.
Quelli più usati sono i grafici lineari, i grafici a candele giapponesi, i grafici a barre e i grafici punto e figura.