Gli indici di Borsa sono tra gli strumenti più importanti da conoscere nell’intero mondo della finanza. Si tratta di strumenti che uniscono diversi asset -normalmente azioni- in un singolo indice riassuntivo.
Il valore dell’indice riflette l’andamento complessivo di tutti gli asset che ne fanno parte. Si sente spesso parlare di indici di Borsa, ad esempio, al telegiornale. L’andamento del FTSE MIB, del CAC o del DAX sono cose che sentiamo nominare tutti i giorni. Comprendere questi strumenti finanziari è importante per diversi motivi:
- Aprire nuove possibilità di investimento per i tuoi risparmi
- Capire meglio tutto il mondo dei mercati finanziari
- Poter paragonare facilmente l’andamento dei mercati in momenti storici diversi
- Scegliere le azioni su cui vuoi investire singolarmente
- Confrontare la performance di diversi settori dell’economia in un certo periodo
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Indice
Migliori piattaforme per investire sugli indici di borsa
La scelta della piattaforma giusta con cui investire è fondamentale, specie quando si parla di indici di Borsa. Buona parte delle banche italiane, ad esempio, non offre né CFD né ETF su questi prodotti. Rimangono solo fondi comuni fatti, spesso e volentieri, di titoli scartati dagli investimenti della banca stessa.
Il nostro consiglio è quello di scegliere sempre una piattaforma indipendente che si occupi solo di servizi di trading online. Ne abbiamo selezionate tre in particolare che offrono ottime condizioni di negoziazione sugli indici.
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A cosa servono gli indici di Borsa
Gli indici di Borsa sono diventati sempre più necessari man mano che le Borse Valori iniziavano ad ospitare sempre più aziende quotate. Nascono a New York nel 1884, quando Charles Dow riunì 11 aziende di trasporti in un singolo indice.
Il valore di questo indice era calcolato sommando il prezzo di tutti i titoli e dividendo poi per 11, cioè il loro numero complessivo. Si trattava di una semplice media, eppure l’invenzione si rivelò da subito molto utile. In un’epoca dominata dai grandi investimenti ferroviari, avere un singolo strumento per riassumere l’andamento di tutte le aziende del settore era comodo.
Ben presto l’idea venne replicata su altri settori, poi su intere Borse, poi ancora in altre nazioni. Oggi esistono indici di ogni genere e sorta, con metodi di calcolo più raffinati, ma il principio non è mai cambiato. Grazie agli indici di Borsa non c’è più bisogno di elencare l’andamento di decine o centinaia di titoli finanziari per comunicare lo stato di salute di un settore.
Basta guardare al valore dell’indice e si ha subito un resoconto generale. Questo è il motivo, ad esempio, per cui al telegiornale si sente parlare del FTSE MIB. Anziché elencare l’andamento di tutte le aziende italiane quotate, basta nominare l’andamento dell’indice delle aziende più grandi. Principalmente dunque gli indici sono utili per:
- Riassumere tante informazioni sull’andamento di diversi asset in un singolo strumento facile da comunicare
- Aiutare gli investitori a capire quali aziende stanno andando meglio o peggio all’interno di un settore
- Confrontare periodi, Borse o settori diversi in base al loro rendimento
- Comprendere la reazione dei mercati finanziari di fronte alle notizie
- Valutare il rendimento di fondi di investimento, ETF e altri prodotti finanziari rispetto al mercato
Cosa rappresentano gli indici di Borsa?
Quando diciamo che l’indice FTSE MIB “riflette l’andamento dell’economia italiana” dobbiamo stare attenti. Questo è vero soltanto in parte.
Se vogliamo avere una fotografia di come stanno andando le cose in una nazione, ci sono strumenti decisamente migliori degli indici di Borsa. In particolare, faremmo meglio a fare riferimento ai vari dati macroeconomici di quella nazione; dati come il PIL, l’indice dei prezzi al consumo, il tasso di disoccupazione e così via.
La caratteristica essenziale delle Borse, però, è che scontano in anticipo le previsioni per il futuro. Se oggi venisse emanata una legge che taglia nettamente le tasse alle imprese italiane, il FTSE MIB schizzerebbe verso l’alto. Lo farebbe anche se la legge non è ancora entrata ufficialmente in vigore e i suoi benefici non si sono ancora visti.
Un indice di Borsa è utile soprattutto per sapere come stanno cambiando ora le aspettative per il futuro. Quando un indice di Borsa sale, ciò che l’indice rappresenta (un’economia nazionale, una materia prima, ecc.) sta scontando delle attese positive per il futuro.
Per essere del tutto precisi, dunque, gli indici di Borsa sono una bussola e non una fotografia. Non ci dicono come stanno andando le cose ora, ma ci dicono in che direzione siamo diretti.
Tipologie di indici di Borsa
Gli indici di Borsa servono tutti alla stessa funzione, ma non tutti sono creati con la stessa logica. Se vuoi capirli bene, devi capire anche le loro distinzioni.
Azionari e non azionari
Gli indici di Borsa “per eccellenza” sono quelli azionari. In particolare, quelli fatti di azioni che provengono tutte dalla stessa nazione. Ad esempio, il FTSE MIB è l’indice delle 40 aziende italiane più grandi quotate in Borsa; il DAX è l’indice delle 30 aziende più grandi sulla Borsa tedesca, il CAC contiene le 40 aziende più grandi quotate in Francia.
Esistono anche indici non azionari, oppure azionari ma fatti di azioni di diverse nazioni. Gli indici azionari nazionali, però, sono ottimi per riflettere la crescita di un’economia nel tempo. Per questo sono così famosi. Se pensiamo che l’economia cinese crescerà, ad esempio, acquistando le azioni dell’indice di Shangai possiamo esporci a questa previsione.
Gli indici non azionari, invece, possono essere utilizzati per riflettere l’andamento di altri asset:
- Obbligazioni, sia governative che corporate (emesse da aziende)
- Criptovalute
- Mercato immobiliare
- Materie prime
Questi ultimi sono decisamente più complessi. Se ti stai avvicinando ora alla materia, ti conviene lasciarli per ultimi; gli indici del mercato immobiliare si basano sui REITs, quelli sulle materie prime si basano sui futures, tutti strumenti piuttosto avanzati.
Esclusivi o inclusivi
Immagina di voler creare un indice che riflette l’andamento del settore automobilistico in tutto il mondo. Hai due opzioni:
- Creare un indice inclusivo, cioè un indice in cui sono presenti tutti i titoli del settore
- Creare un indice esclusivo, scegliendo soltanto i titoli più capitalizzati o quelli più scambiati sul mercato
E ancora una volta la tua decisione avrà i suoi vantaggi e svantaggi. Il vantaggio di un indice inclusivo, ovviamente, è che riflette meglio il settore dal momento in cui ne comprende tutte le aziende quotate. Lo svantaggio è che spesso le aziende più piccole non hanno un mercato così liquido e dinamico per le loro azioni, per cui il valore azionario non ne riflette del tutto l’andamento.
Normalmente gli indici più seguiti sono quelli esclusivi. Lo Standard & Poor’s 500, l’indice più seguito al mondo, contiene ad esempio le 500 aziende americane più capitalizzate. Non è un caso che anche sui principali broker europei, come eToro, si possano negoziare in prevalenza indici esclusivi.
Indici pesati e non pesati
Un indice “pesato” è un indice composto da tanti strumenti finanziari, all’interno del quale alcuni strumenti hanno più peso di altri.
Per fare un esempio, la maggior parte degli indici azionari oggi sono pesati per capitalizzazione. In questo caso le aziende più grandi, che hanno una capitalizzazione di mercato maggiore, pesano di più sull’andamento dell’indice. Quelle più piccole, invece, peseranno meno. Altri indici, invece, non sono pesati in nessun modo.
In questo caso tutti gli strumenti pesano nello stesso modo sull’andamento complessivo. La scelta di “pesare” un indice ha pro e contro. Da una parte aiutano a riflettere meglio l’andamento di un certo settore o di una certa economia nazionale; in un indice bancario, ad esempio, sembra più che giusto dare al colosso Unicredit un peso maggiore di quello di una piccola banca provinciale.
Dall’altra parte, quando pochi strumenti rappresentano la gran parte dell’indice, finiscono per influenzarlo al punto da rendere quasi superflua la presenza di tutti gli altri. Per esempio, l’indice sudcoreano Kospi è calcolato sul valore di tutte le aziende quote sulla Borsa di Seoul. Le dimensioni di Samsung, però, sono tali da rendere infinitesimale il peso di ogni altro titolo sull’indice.
Chi crea gli indici di Borsa?
Questa è una domanda molto interessante, perché gli indici di Borsa sono astratti. A differenza di un fondo, non puoi investire sugli indici di Borsa. Per lo meno non in maniera diretta. Non si possono comprare le azioni di un indice di Borsa, nuovamente per lo meno in maniera diretta.
Di fatto chiunque può creare un indice di Borsa. Tu stesso, in questo momento, potresti scegliere di creare un indice ed eventualmente renderlo così famoso da farne parlare al telegiornale. La prima parte è un po’più semplice della seconda, ma non bisogna mai dire mai.
Un indice è molto semplicemente un modo per riassumere l’andamento di tanti titoli. Per questo chiunque ha la possibilità di crearne uno. Il successo di un indice viene decretato dalla sua utilità e dall’interesse che altre persone dimostrano verso quell’indice. L’indice S&P500 contiene le 500 aziende più grandi degli Stati Uniti. Essendo un indice molto utile per interessarsi all’andamento dell’economia americana, è diventato molto famoso.
In Italia abbiamo tanti indici di Borsa. Abbiamo il FTSE MIB che contiene le 40 aziende più capitalizzate, abbiamo il FTSE Italia Star che comprende le aziende di media capitalizzazione con alti standard di trasparenza, c’è il FTSE All-Share e così via. Perché questi sono i più famosi? Per la credibilità dell’ente che li gestisce (Borsa Italiana) e per l’utilità che hanno.
Dopo un po’gli indici diventano anche una convenzione internazionale. Di fatto nulla vieterebbe a un altro indice di includere le 50 aziende più capitalizzate anziché comprenderne solo 40. Considerando che ormai il FTSE MIB è conosciuto in tutto il mondo, però, si farebbe fatica a farlo decollare.
Gli indici di Borsa più importanti
Costruire il tuo indice personale può essere un bell’esercizio di stile ma non è molto utile nel concreto. Piuttosto, per investire bene i tuoi risparmi dovresti imparare a conoscere gli indici più importanti attualmente già operativi. Dal momento in cui gli indici più importanti per gli investitori al dettaglio sono quelli azionari nazionali, è il momento di passare in rassegna quelli più conosciuti. Siccome sono tanti, li abbiamo divisi per aree geografiche.
Indici americani
Indice | Costituenti |
---|---|
Dow Jones 30 | 30 Titoli manifatturieri USA più capitalizzati |
Nasdaq 100 | 100 Azioni più capitalizzate degli Stati Uniti |
S&P 500 | 500 Aziende più capitalizzate negli USA |
Russell 2000 | 2000 Aziende più grandi quotate negli Stati Uniti |
Il mercato azionario degli Stati Uniti è il più grande e importante al mondo, per cui gli indici americani sono molto conosciuti ovunque.
Lo Standard & Poor’s 500 (S&P500) è l’indice più importante, perché riflette bene e da vicino l’andamento generale dei titoli azionari USA. Tutti i settori sono rappresentati al suo interno e c’è un buon bilanciamento generale.
Il Nasdaq 100 comprende solo le 100 azioni più grandi, che risultano essere in prevalenza azioni tech. Facebook, Amazon, Google, Apple, Netflix e così via, per intenderci. Dal momento in cui queste sono aziende molto capitalizzate e il Nasdaq 100 è pesato per capitalizzazione, hanno un impatto determinante sul suo andamento. Per questo si sente spesso parlare del Nasdaq 100 come di un “indice tech”.
Il Dow Jones contiene solo titoli manifatturieri, per cui viene impiegato soprattutto per confrontare il loro andamento con quello dell’economia in generale. Il Russell 2000, invece, serve per riflettere l’andamento dei titoli meno capitalizzati. Viene spesso confrontato con lo S&P500 per paragonare l’andamento delle aziende più grandi con quello delle aziende mid-cap e small-cap.
Indici europei
Indice | Costituenti |
---|---|
FTSE MIB | 40 Titoli italiani più capitalizzati |
CAC 40 | 40 Titoli francesi più capitalizzati |
DAX 30 | 30 Aziende più capitalizzate in Germania |
IBEX 35 | 35 Aziende quotate più capitalizzate in Spagna |
FTSE 100 | 100 Aziende più capitalizzate del Regno Unito |
EURO STOXX 50 | 50 Aziende più capitalizzate dei paesi UE* |
L’Europa non è il Continente delle grandi aziende quotate in Borsa, a differenza degli USA. Alcuni esempi italiani sono evidenti: Ferrero e Barilla, per esempio, sono aziende italiane che farebbero faville in Borsa ma non sono quotate.
Malgrado ciò i listini presentano comunque degli indici interessanti. Per capitalizzazione complessiva i due più importanti sono senza dubbio il DAX e il CAC. Si difende anche il FTSE MIB italiano, per quanto lontano dai primi due.
Il FTSE 100 inglese, una volta quasi considerato pari allo Standard & Poor’s 500, oggi è decisamente meno considerato. In parte è anche per via di Brexit, che ha spinto le azioni inglesi fuori dagli indici aggregati europei. Questi ultimi stanno diventando sempre più popolari.
In particolare, l’Euro Stoxx 50 è un ottimo paniere di riferimento per avere una panoramica sull’economia UE in generale.
Indici asiatici
Indice | Costituenti |
---|---|
NIKKEI 225 | 225 Azioni giapponesi più capitalizzate |
KOSPI | Tutte le azioni quotate in Corea del Sud |
HANG SENG | 50 Aziende più capitalizzate quotate a Hong Kong |
SSE COMPOSITE | Tutte le azioni quotate sulla borsa di Shangai |
BSE SENSEX | 30 Aziende più capitalizzate della Borsa di Bombay |
NIFTY 50 | 50 Aziende più capitalizzate in India |
IDX COMPOSITE | Tutte le azioni presenti sulla borsa Indonesiana |
Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, il progresso cinese ha rapidamente spinto verso un’apertura internazionale della Borsa locale. Mentre le aziende di respiro internazionale tendono a quotarsi a Hong Kong, sulla Borsa di Shangai sono quotate soprattutto quelle che hanno la Cina come primo mercato di sbocco.
Attenzione anche ad altri paesi emergenti che hanno già dato grandi soddisfazione agli investitori: Indonesia, Thailandia, Vietnam e tutto il Sud-Est asiatico sono in forte espansione. Trovare dei broker che permettano di negoziare questi indici non è semplice, ma grazie a Trade.com finalmente si può fare facilmente anche dall’Italia.
Indici dell’America Latina
Indice | Costituenti |
---|---|
BOVESPA | Aziende che sommate danno il 70% del market cap brasiliano |
INMEX | Tutte le azioni quotate in Messico |
MERVAL | Azioni argentine con sufficiente market cap e scambi |
COLCAP | 20 Azioni più scambiate sulla Borsa colombiana |
Per lo meno fino a questo momento, la Borsa sudamericana non ha mai dimostrato lo stesso slancio di altre economie in via di sviluppo. In particolare, dopo il miracolo economico europeo e quello giapponese si attendeva un nuovo contendente; per l’instabilità politica che distingue la zona, però, non è stato il turno dell’America Latina.
Ora la fase di forte espansione economica che sta attraversando l’Asia è nel pieno della sua forza. Poco a poco, però, si vedono già segnali delle prospettive di crescita sudamericane: dal Messico al Paraguay, passando per la Colombia, dove c’è pace politica il ritmo di crescita è molto alto.
Difficilmente si sente parlare degli indici sudamericani; tra questi, comunque, il Bovespa è indubbiamente quello più seguito. Si pensa che un vero slancio economico sudamericano partirà proprio dal Brasile.
Conviene investire sugli indici? Come si fa?
Gli indici non sono degli strumenti finanziari che possono essere negoziati così come sono. Non hanno quote, non sono divisi in azioni, non si possono comprare delle partecipazioni. Sono delle astrazioni, delle semplificazioni, dei riassunti.
Esistono però dei prodotti finanziari che sono basati sugli indici e sono costituiti di strumenti negoziabili. É il caso di ETF, fondi comuni d’investimento e CFD sugli indici. Nel prossimo paragrafo vedremo bene quali siano le differenze e quali scegliere.
A prescindere dal tipo di strumento che si acquista, comunque, investire sul valore di un indice è un’ottima idea per gli investitori privati. Rispetto a chi sceglie di comprare azioni singole, chi investe sul valore degli indici ha diversi vantaggi:
- Con piccoli capitali si riesce comunque a diversificare l’investimento
- Gli indici sono più facili da prevedere, essendo più legati ai fondamentali dell’economia e meno alle notizie della giornata
- Un indice offre normalmente meno volatilità e meno rischio, a parità di potenziale rendimento, rispetto a una singola azione
- Salvo casi veramente eccezionali, il valore di un indice non può scendere a zero
- Gli indici non soffrono le continue oscillazioni dovute all’avvicinamento dei dati trimestrali, al rilascio dei dati stessi, al periodo di stacco del dividendo e così via
ETF, Fondi Comuni o CFD
Come abbiamo spiegato, non puoi investire direttamente su un indice ma puoi comprare un prodotto basato su un indice. Ce ne sono di tre tipologie principali:
- Gli ETF sugli indici sono dei fondi d’investimento che replicano passivamente un indice, includendo le stesse identiche azioni, con lo stesso peso, senza nessuna modifica al paniere;
- I fondi comuni d’investimento basati sugli indici hanno una gestione attiva, non passiva come quella degli ETF. Significa che i gestori cercano di battere l’indice di riferimento, aumentando o diminuendo la quota di certe azioni a seconda delle loro previsioni;
- I CFD sono, come gli ETF, degli strumenti che replicano esattamente il valore dell’indice. Hanno però una natura più speculativa: si può investire a ribasso, usare la leva finanziaria e non si pagano commissioni di gestione.
Possiamo subito distinguere questi tre strumenti in due categorie:
- ETF e fondi comuni sono adatti agli investimenti di lungo termine, dal momento in cui non possono essere negoziati in leva né venduti allo scoperto
- I CFD sono invece perfetti per chi fa trading, quindi per speculare sulle oscillazioni di breve termine degli indici di Borsa
Il nostro consiglio è quello di stare alla larga dai fondi comuni d’investimento, i prodotti normalmente proposti da banche e promotori finanziari. Hanno costi esorbitanti di gestione che nel migliore dei casi erodono la metà del rendimento generato; inoltre capita molto spesso, se non quasi sempre, che i gestori del fondo ottengano una performance peggiore di quella dell’indice di riferimento.
Se vuoi investire sul lungo termine, ti consigliamo piuttosto gli ETF. I costi di gestione sono normalmente dieci volte inferiori a quelle dei fondi comuni e le performance sono migliori. Un ottimo servizio per investire sul lungo termine con gli ETF è Moneyfarm.
Per quanto riguarda gli investimenti speculativi, invece, i CFD la fanno da padrone ormai da più di 15 anni. Sono strumenti che replicano gli indici, come gli ETF, senza nessuna commissione di gestione. Dal momento in cui si possono negoziare con leva finanziaria e si possono vendere allo scoperto, sono perfetti per chi fa trading.
Per negoziare CFD sugli indici, il nostro consiglio è di usare eToro. Si tratta di un broker autorizzato Consob, diventato estremamente popolare ormai da anni. Costi bassi, sicurezza e facilità di utilizzo sono le parole chiave che lo distinguono.
Trading vs Investimenti di lungo termine
A questo punto vale chiedersi quale sia il ruolo degli indici nel trading e negli investimenti di lungo termine, ma soprattutto come bilanciare il nostro portafoglio tra queste due cose.
Partiamo dal presupposto che gli investimenti speculativi e quelli di lungo termine sono due cose molto diverse. I primi si fanno per cogliere una finestra di opportunità, i secondi si fanno per coltivare il patrimonio nel tempo. Tutti i trader di successo hanno anche dei portafogli di lungo termine.
Il trading è sicuramente la soluzione migliore quando si ha una buona previsione sull’andamento del mercato nelle prossime ore, nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. Può anche essere una previsione ribassista, dal momento in cui i CFD sugli indici possono essere venduti allo scoperto.
Al contrario, gli investimenti di lungo termine sono sempre su posizioni di acquisto e necessitano sempre di anni per mostrare il loro potenziale.
Entrambe le cose hanno perfettamente senso e vanno utilizzate, anche in concomitanza, a seconda delle tue previsioni e del tuo profilo da investitore.
Su quali indici investire
Questa è la domanda a cui è più difficile rispondere, ma ci sono delle buone piste da seguire.
Tanto per cominciare, il mercato azionario americano è per il momento quello che sembra più destinato a dare una buona performance nell’arco dei prossimi anni. Specialmente le grandi aziende tech, che trascinano da tempo il Nasdaq e lo S&P500, sono delle opportunità importanti.
Gli indici europei sono piuttosto stagnanti al momento, così come d’altronde lo è la crescita economica del Vecchio Continente. Si trovano, invece, delle opportunità interessanti sui paesi emergenti: Cina, Vietnam e Brasile sono dei mercati da non sottovalutare.
Questo vale per ciò che riguarda gli investimenti di lungo termine. Nel trading, invece, ogni indice è interessante in qualunque momento: i fondamentali della macroeconomia contano poco quando si vogliono intercettare delle brevi oscillazioni dei grafici.
Attento al cambio!
Se investi su indici dell’area extra-UE, difficilmente i prodotti che acquisterai saranno denominati in euro. Le azioni che compongono gli indici americani, ad esempio, sono quotate in dollari americani; questo significa che teoricamente potresti guadagnare investendo su questi titoli anche se il loro valore scende. Viceversa potresti perdere anche quando salgono.
Ciò succede perché indirettamente, quando compri azioni non europee, stai investendo anche sul cambio tra l’euro e la valuta locale. Non è un problema di per sé, ma è sicuramente una cosa da tenere a mente.
Contratti derivati sugli indici
Gli strumenti per investire sugli indici non si limitano a ETF, fondi comuni e CFD. Dobbiamo menzionare anche alcune asset class più avanzate, che rientrano nella categoria dei derivati. Parliamo soprattutto di opzioni e futures, due strumenti con cui anche i trader al dettaglio possono avere a che fare.
Vediamo insieme le loro caratteristiche e quando possono diventare degli strumenti speculativi interessanti.
Futures
I futures sono dei contratti che permettono di comprare oggi, a una cifra precisa, un asset che verrà consegnato in futuro.
Sono molto utili sulle materie prime, ad esempio per una compagnia area che vuole proteggersi contro l’aumento del prezzo del carburante; se la compagnia prevede che tra un anno il prezzo del cherosene sarà più alto, potrebbe comprare oggi un future con consegna tra un anno e bloccare il prezzo della sua materia prima.
Esistono anche futures sugli indici. Normalmente sono futures che hanno per oggetto la consegna di CFD sui futures in futuro.
Si tratta di strumenti pensati per fare hedging, cioè per proteggere altri investimenti. Supponiamo, ad esempio, di avere investito sul cambio euro/dollaro comprando euro. Sappiamo bene che di solito, quando il prezzo di una valuta diminuisce, il valore delle azioni locali tende ad aumentare.
Per proteggere il nostro investimento sul cambio euro/dollaro potremmo comprare dei futures sull’indice Euro Stoxx 50. In questo modo, se il prezzo dell’euro non dovesse salire come abbiamo preventivato, potremmo recuperare parte della perdita vendendo i CFD dell’Euro Stoxx 50 a un prezzo maggiore di quello di a cui li abbiamo acquistati.
Opzioni
Le opzioni sono uno strumento che dà diritto al loro proprietario di acquistare una certa quantità di strumenti, in una certa data, a un certo prezzo. Viste così potrebbero sembrare uno strumento molto complesso, ma un esempio le rende decisamente più intuitive.
Supponiamo che il valore attuale del FTSE MIB sia di 10.000 punti base. Il trader A è convinto che tra 6 mesi sarà di 12.000 punti base, per cui negozia un’opzione con la banca B . Questa opzione gli dà il diritto di acquistare, tra 6 mesi, una certa quantità di CFD sul FTSE MIB a 11.000 punti.
Se la previsione di A si avvera. tra 6 mesi potrà acquistare i titoli e rivenderli immediatamente a un prezzo più alto. Se invece il valore del FTSE MIB non dovesse salire sopra gli 11.000 punti, dovrà vendere i titoli in perdita o tenerli in portafoglio e aspettare.
Conclusioni
Concludendo il nostro esplorativo viaggio nel mondo degli indici di borsa, è evidente che questi strumenti rappresentano molto più che semplici numeri su uno schermo. Gli indici di borsa sono barometri vitali dell’economia globale, indicatori del sentiment dei mercati e strumenti fondamentali per gli investitori di ogni livello. Attraverso la nostra analisi, abbiamo scoperto la diversità e la complessità degli indici, dalle loro varie tipologie e metodologie di ponderazione, ai diversi creatori e agli indici più significativi a livello mondiale.
Abbiamo esaminato gli indici azionari e non, inclusivi ed esclusivi, e pesati in vari modi, offrendo una comprensione più profonda di ciò che questi indici rappresentano veramente e di come vengono costruiti. Questa comprensione è cruciale per interpretare correttamente ciò che gli indici ci dicono sui mercati e l’economia.
Inoltre, l’analisi degli indici più importanti a livello globale, compresi quelli americani, europei, asiatici e dell’America Latina, ha fornito un’istantanea della vastità e varietà del paesaggio finanziario mondiale. Questi indici non solo riflettono la salute delle economie e dei mercati che rappresentano, ma influenzano anche le decisioni di milioni di investitori.
Abbiamo poi indagato le varie modalità con cui gli investitori possono partecipare attivamente agli indici, dall’investimento tramite ETF, Fondi Comuni o CFD, alla scelta tra trading a breve termine e investimenti a lungo termine. Questo ci ha permesso di capire che gli indici non sono solo per gli analisti o gli investitori istituzionali, ma offrono anche opportunità tangibili per gli investitori individuali.
Analizzando gli strumenti derivati come futures e opzioni, abbiamo scoperto come questi prodotti consentano agli investitori di speculare sui movimenti futuri degli indici o di coprire i loro portafogli contro potenziali perdite. Questi strumenti, sebbene complessi e rischiosi, sono parte integrante del trading moderno e offrono approfondite opportunità di strategia e di hedging.
Infine, l’esplorazione delle migliori piattaforme per negoziare indici ha evidenziato come la tecnologia e l’innovazione continuino a trasformare il modo in cui interagiamo con i mercati finanziari. Piattaforme come eToro e XTB.com dimostrano come l’accessibilità, la formazione degli utenti e le potenti funzionalità di trading stiano rendendo il trading sugli indici più accessibile e coinvolgente che mai.
In conclusione, gli indici di borsa sono molto più di semplici misurazioni; sono finestre attraverso le quali possiamo osservare e comprendere il complesso mondo degli investimenti e dei mercati finanziari. Che siate investitori esperti o principianti nel mondo del trading, comprendere gli indici è un passo fondamentale verso una maggiore alfabetizzazione finanziaria e verso decisioni di investimento più informate e strategiche.
FAQ
Sono degli strumenti che hanno il compito di riassumere l’andamento di un insieme di azioni, obbligazioni o altri titoli. In questo modo ci danno la misura di come stia andando una determinata economia nazionale, un particolare settore o qualunque altro elemento si voglia rappresentare.
Le Borse, al contrario dei dati macroeconomici, scontano preventivamente le notizie e le aspettative del mercato. Mentre il PIL, il tasso di disoccupazione e altri dati ci permettono di capire quale sia lo stato attuale di un’economia, gli indici di Borsa ci aiutano a capire come stiano cambiando le previsioni per il futuro.
Gli indici di Borsa “pesati” sono indici in cui non tutti gli strumenti finanziari hanno lo stesso peso. Ad esempio, in un indice pesato per capitalizzazione, le azioni delle aziende più capitalizzate influenzeranno di più l’andamento complessivo dell’indice.
Un indice di Borsa, al contrario di un’azione, non è un asset che può essere comprato o venduto. Per investire bisogna utilizzare altri strumenti, come gli ETF o i CFD, che replicano più o meno da vicino l’andamento dell’indice.
🌟 Wow, che lettura affascinante! Devo dire che sono completamente d’accordo con l’analisi presentata nell’articolo sugli indici di borsa. È stato particolarmente illuminante vedere come gli indici non siano solo indicatori astratti, ma veri e propri specchi delle dinamiche economiche globali. 📈
La sezione sugli indici azionari e non azionari mi ha aperto gli occhi sulla diversità degli strumenti disponibili e su come ciascuno possa offrire un’angolazione diversa per interpretare il mercato. Sono rimasto particolarmente colpito dall’analisi degli indici europei e asiatici, che spesso vengono trascurati nei discorsi mainstream, focalizzati principalmente sugli indici americani. 🌍
Inoltre, la discussione su ETF, Fondi Comuni o CFD ha chiarito molti dubbi che avevo sull’investimento sugli indici. Capisco ora come gli ETF possano essere un ottimo modo per diversificare il mio portafoglio senza dovermi immergere troppo nelle complessità di ciascun indice.
Infine, la parte sui contratti derivati come futures e opzioni è stata una vera rivelazione. Anche se personalmente preferisco un approccio di investimento a lungo termine, capisco l’importanza di queste opzioni per chi cerca una strategia di trading più attiva.
Grazie per aver condiviso queste preziose informazioni! Continuerò sicuramente a seguire questi indici con un occhio più informato e critico. 👍